L'eredità di Attilio
I nostri passi si sovrappongono di nuovo da Torino ad Aversa, passando per Senigallia a Chieti grazie all'amore che Attilio ha saputo mettere in circolo, insegnandoci a trovare sempre una buona idea e regalandoci una cosa ancora più grande, la bellezza dell'incontrarsi e riconoscersi. Lo ricordiamo, insieme, attraverso la potenza dei suoi pensieri dopo 18 anni ancora strabordanti di vita.
Presìdi "Attilio Romanò" di Aversa, Chieti, Senigallia e Torino
Presìdi "Attilio Romanò" di Aversa, Chieti, Senigallia e Torino
Le mimose di AttilioCi sono tanti episodi che testimoniano la generosità e la galanteria di Attilio. Uno di questi è la sua consuetudine, ogni 8 marzo, di portare le mimose a ciascuna delle proprie colleghe.
Una consuetudine proseguita da mamma Rita, che anche oggi si è presentata al centro Wind con tante mimose. Le mimose di Attilio. Di seguito il pensiero di una collega di Attilio: Oggi di questa discussa e discutibile festa, mi porto a casa l'immagine di questa piccola grande donna. E' la mamma del nostro collega Attilio Romano' che nel 2005 fu ucciso barbaramente dalla camorra a causa di un maledetto errore di persona. Ogni anno, l'8 marzo, proseguendo un'abitudine che era propria del figlio, arriva in ufficio e regala mimose a tutte noi colleghe. Quello che però ci regala è molto di più... Ci regala il suo volto segnato dalla sofferenza ma anche da una forza enorme che probabilmente nemmeno lei sapeva di avere. Ci regala quei sorrisi gentili che col tempo ha dovuto reimparare a fare. Ci regala quella "normalità" che con fatica,tenacia e amore ha cercato di ricostruire. Ci regala un esempio tangibile di dignità, coraggio e umanità. Mi porto a casa questa foto che la ritrae mentre abbraccia l'albero di mimose che abbiamo piantato nel nostro giardino in onore di Attilio. E' un abbraccio tenero, complice, affettuoso...non sta abbracciando semplicemente un albero, sta abbracciando suo figlio e tutti i figli del mondo. Grazie Donna Rita Valentina Riccio |
Per AttilaCaro Attilio,
io e te ci siamo conosciuti quando nel 2007 ho partecipato ad un concorso di poesie in tuo nome. Abitiamo nello stesso quartiere, a pochi passi l’uno dall’altro eppure non conoscevo cosa era accaduto due anni prima. Grazie a quel concorso ho conosciuto tua Madre, tua sorella e Natalia. Grazie a quel concorso ho cominciato a conoscere di più me stesso e quanto c’è di prezioso in ogni storia. Sì, tu mi insegni che c’è tanta vita in ogni giornata, che non devo riempire la mia vita di momenti ma riempire i momenti di vita. Da allora, ho voluto approfondire e più ti conoscevo e più ti prendevo ad esempio. Un giovane pieno di vita, pieno di interessi, amante della vita e della sua città. Un giovane sempre positivo che guarda sempre il buono nelle cose. Un giovane che sogna e che crede follemente che l’Amore sarà sempre l’unico carburante della nostra esistenza. Così ho pensato che non bastava conoscerti soltanto, insieme ai giovani della parrocchia abbiamo dapprima partecipato alla giornata della memoria e dell’impegno, poi abbiamo indetto un concorso creativo e infine trasformato un spettacolo teatrale per dare voce alla tua storia. Non so quanto sia stato utile o fine a se stesso ma nel mio piccolo ti assicuro che ho messo tutta la passione che mi hai trasmesso. Sono tanto orgoglioso di conoscerti, sai perché? Sei quell’amico che mi è sempre accanto, anche quando qualcosa va storto sento sempre che mi sei vicino e che tutto andrà bene. Ci sarà sempre una buona idea per risolvere i piccoli problemi della vita. A trent’anni sento di dirti grazie perché quando cammino non ho più lo sguardo basso ,triste e malinconico ma ammiro la bellezza che ci circonda. Bellezza che, dicono, sia offuscata dalla cattiveria degli strafottenti. Così vogliono farci credere ma io ti ho sempre creduto, c’è bellezza ovunque! Oggi alzo lo sguardo, è quasi sera e sono sul luogomare, eccoli lì quei gabbiani che tanto amiamo, insieme a loro volano i nostri pensieri. Lo prendo come un tuo segno, una tua carezza. Si, qualcuno per i miei trent’anni mi ha donato il libro “Il Gabbiano Jonathan Livingston” l’avrai di sicuro suggerito tu, tutto torna. Ho capito, è tutto chiaro caro amico, te lo prometto: “Voleró libero! Mi sono alzato in volo!” Napoli 23 Gennaio 2020 Alessandro Orfeo . |
Il ricordo di MariaScrivere di mio fratello Attilio per me non è mai semplice. Da quando quel maledetto 24 gennaio di 15 anni fa la camorra, con la sua violenza cieca, ha posto fine all'esistenza di un giovane uomo, figlio, fratello, marito, amico, la mia vita e quella della mia famiglia non è stata più la stessa. Attilio amava la vita e nutriva una fortissima passione per la poesia. E allora io non voglio parlare di faide, di sparatorie tra clan rivali e di boss della camorra. No, Attilio voglio ricordarlo attraverso ciò che lui amava. È questo il modo migliore per “tenerlo” ancora tra noi. Non per attenuare il dolore, perché la ferita che ci è stata inferta non potrà mai essere sanata. Tante iniziative sono nate nel nome di mio fratello. A lui sono intitolate scuole e presìdi associativi. E soprattutto a lui è intitolato un concorso di poesia, che ha luogo nel Liceo Sbordone, il liceo che io e Attilio abbiamo frequentato insieme. Cinque anni fa, in occasione del decennale della sua uccisione, abbiamo dato alle stampe, anche grazie al sostegno della Fondazione Polis della Regione Campania, il libro “Buona idea”, una raccolta di poesie scritte da Attilio. Presto pubblicheremo un altro volume: una nuova raccolta di poesie, questa volta scritte dagli studenti che hanno vinto il Premio Attilio Romanò. Ci sembra giusto farlo: Attilio continua a vivere nel cuore di chi lo ama o ha imparato ad amarlo: tanti ragazzi sensibili e profondi, i quali, proprio come Attilio, vedendo nella poesia una crescita interiore e uno strumento che li mette in comunicazione col mondo intero, esprimono, attraverso le parole, i propri sentimenti e stati d’animo. Giovani che incontro ogni anno e che mi trasmettono sempre tanto affetto e forti emozioni. Con lo sguardo rivolto al futuro e che brillano nutrendosi di quel carburante che continua a tenere Attilio in vita: l’Amore! Caro Attilio, noi continueremo su questa strada. Siamo convinti, come te, che la cultura, l'arte, la bellezza della poesia siano gli strumenti migliori da contrapporre alla violenza. Ci piace sognare che la bellezza della poesia possa essere realmente l'antidoto alla criminalità che continua a infestare le strade della città. Ci piace sognare che la poesia possa essere l'”arma” più efficace per far capire, soprattutto ai giovani, che la strada giusta è quella della legalità. Lo dobbiamo a te e al tuo sacrificio, che non può e non deve essere vano. Non ti sembra anche questa una buona idea? Maria Romanò |